Exemple

XIDomenica Tempo Ordinario(Anno B)

Mc 4, 26-34

La bellezza ha bisogno di tempo per manifestarsi, un tempo vissuto come attesa fiduciosa nei confronti della verità. Avere questo sguardo capace di riconoscere nella piccolezza l’inizio autentico di ogni bellezza, è una grazia da chiedere nella preghiera. Vivere questa disponibilità interiore richiede umiltà, ovvero la consapevolezza di una Presenza di bene che vuole entrare in dialogo con la nostra esistenza.

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Exemple

X Domenica Tempo Ordinario(Anno B)

Mc 3, 20-35

L’unità del cuore è un cammino di conversione al bene autentico. In aiuto alla libertà dell’uomo giunge la Grazia, ovvero quella particolare e riconoscibile esperienza di riconoscersi voluti per sé stessi. Da qui nasce e si sviluppa la consapevolezza del bene presente in noi, un bene che vuole diventare sempre più stabile e vivificante, conducendo l’esistenza di ciascuno al dono di sé nell’amore, come figli amati da Dio Padre di ognuno.

 

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Corpus Domini (Anno B)

 

Mc 14,12-16.22-26

 L’amore umano ha bisogno di “farsi” carne, di entrare nel quotidiano dell’esistenza affinché possa donare la sua energia vivificante e la sua intima luce di verità. L’amore di Dio in Gesù a favore degli uomini, ha assunto in modo definitivo questa forma, il “farsi carne” nel pane e nel vino consacrati. L’amore umano chiede di esprimersi definitivamente, in una consegna di sé come dono, in una promessa di vicinanza nel bene. Nella volontà di Gesù entrambe queste esigenze dell’amore si rendono presenti in modo mirabile nell’istituzione eucaristica.

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Pentecoste (Anno B)

Gv 15, 26-27; 16, 12-15

Nelle parole di Gesù si raccoglie la fiducia solida nell’amore del Padre per mezzo del dono dello Spirito. Nell’accoglienza di questa relazione spirituale, è aperta a ciascuno la possibilità di vedere progressivamente il vero e il bene, non astrattamente e genericamente, ma personalmente e concretamente. Lo Spirito di verità parla al cuore dell’uomo nel linguaggio della ricerca del senso profondo, come uno sguardo sul reale capace di attraversare il momento presente nella speranza del compimento futuro.

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“Fu elevato in cielo”

Ascensione del Signore (Anno B)

Mc16, 15-20

Il desiderio pone l’uomo in una dinamica particolare, dove il senso di una mancanza e la necessaria e corrispondente attesa, delineano l’orizzonte del suo sguardo interiore. Eppure, è proprio del vivere autentico accogliere questa tensione ad un compimento possibile nella prospettiva del dono di sé nell’amore. Il desiderio è come un indizio di cielo posto nel cuore da Dio, nutrito dai passi del suo camminare nella ricerca del bene vero, grazie alla quale accede alla speranza.

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VI Domenica di Pasqua (Anno B)

Gv 15, 9-17

Il tenore delle parole di Gesù ridesta il cuore alla consapevolezza interiore del proprio valore, come persone uniche ed irripetibili. È proprio dell’amore svelare autenticamente la sua misura originale, ovvero il punto sorgivo del suo desiderio: è Dio stesso che è Amore e desidera manifestarsi nelle intime fibre umane. Il verbo “rimanere” indica l’attesa di un’intimità vera di conoscenza e comunione, un dimorare reciproco nell’attesa e nel desiderio.

 

Ascensione del Signore (Anno B)

 

 

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V Domenica di Pasqua (Anno B)

Gv 15, 1-8

Un’aspirazione importante dell’uomo è la riuscita delle sue azioni, il vedere con i propri occhi la crescita e lo sviluppo dei progetti a cui siamo orientati. Da questo punto di vista le parole di Gesù suonano alquanto inopportune, poiché tendono a relativizzare in qualche modo la capacità dell’uomo di riuscire. Eppure, se siamo sinceri, riconosciamo che non sono fuori luogo, nemmeno offensive della nostra autonomia decisionale. Perché? Come Gesù ci indica nel rapporto con il Padre, siamo chiamati a riconoscere una relazione fondante ed originaria con il mistero della Verità, luogo di incontro e di generazione nell’essere, dove i desideri e le aspirazioni hanno l’opportunità unica di conciliarsi con la volontà assumendo la forma più adeguata nell’amore, riuscendo così autenticamente a portare frutto.

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“Ascolteranno la mia voce”

IV Domenica di Pasqua (Anno B)

Gv 10, 11-18

Nel silenzio intimo del cuore può avvenire il riconoscimento della voce della Verità, è un’esperienza fondamentale per la vita di ogni persona. Spesso non si hanno le parole adatte per descrivere adeguatamente questa Presenza, eppure questa difficoltà nulla toglie alla sincera constatazione di essere tutti in dialogo con il Mistero della esistenza. Gli impegni, le responsabilità possono talvolta distogliere l’attenzione da questo centro pulsante in noi, ma è proprio il mondo “di fuori” che chiede di essere autenticamente interpretato, ci rimanda “dentro” di noi chiedendoci: “cosa cerchi?”. Le risposte migliori si nutrono di un ascolto interiore.

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“Pace a voi!”

III Domenica di Pasqua (Anno B)

Lc 24, 35-48

Nelle apparizioni del Risorto questo augurio risuona fedelmente ad ogni incontro con i discepoli, richiamando la nostra attenzione sul suo significato.
La pace è un anelito profondo dell’animo umano perché permette un’azione fondamentale: il riconoscimento di uno Sguardo di attesa e fiducia nei nostri
confronti. La pace che indica il Risorto non è l’assenza delle difficoltà bensì il frutto della consapevolezza di essere in cammino insieme a Lui, per primo
segnato dalla sofferenza eppure vittorioso sul male. I dubbi, i problemi, le fatiche possono essere accolte in questa prospettiva, svelandone l’intima
speranza.

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Domenica dell’Ottava di Pasqua (Anno B)

Gv 20, 19-31

 

Nel dubbio espresso da Tommaso percepiamo la necessità di un incontro personale con il Risorto. Non basta la testimonianza diretta degli altri discepoli, presenti alla prima apparizione del Maestro. In quei giorni vissuti insieme è emersa con forza la prospettiva intima e personale della fede: anche Tommaso desidera l’incontro, lo ricerca nella sua preghiera, in un’attesa che progressivamente purifica il cuore e lo rende effettivamente disponibile all’accoglienza del dono dello Spirito. Così il dubbio non necessariamente è “nemico” della verità, talvolta ne diviene un sentiero capace di condurre alla pienezza nell’autenticità della propria vita.

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